Chiesa al crocevia tra giurisdizione spirituale e potere temporale. La teoria dei duo gladii: i momenti, le opere, gli snodi, l’estinzione

II Ciclo

Ecclesiologia

Ecclesiologico



Anno di corso: 1
Crediti: 3
Docenti

Obiettivo:

L’esercizio da parte della Chiesa di un’azione di controllo diretto sulle istituzioni politiche – definita generalmente potestas directa in temporalibus – che ebbe nei secoli centrali dell’età di mezzo significative ricadute nei violenti scontri fra Papato e Impero, si afferma in maniera sempre più determinata a partire dall’XI secolo, dopo un lungo e graduale percorso. Il corso studia lo sviluppo di una delle più fortunate metafore politiche dei secoli medievali, la teoria dei “due gladi” e, soprattutto, cerca di individuare i momenti, le opere, gli snodi attraverso cui la dottrina, elaborata sulla base di due passi della Scrittura senza alcuna intenzione teocratica, sia giunta, alla fine del XIV secolo, ad esiti tali da giustificare il più ampio potere di controllo politico da parte di quello religioso. In sede sistematica, alla luce del superamento in età contemporanea della matrice di pensiero che l’aveva originata, la riflessione si propone di fornire gli strumenti critici per l’esame di quelle forme residue rinvenibili in talune visioni ecclesiologiche come anche in determinate prassi politiche.


Programma:

Partendo dallo sviluppo della riforma gregoriana, viene esposto mediante l’esame delle fonti, l’intento di Gregorio VII (1073-1085) di agire su due differenti piani. Il primo, interno alla Chiesa, riguardava l’acquisizione per la Sede di Roma di un primato indiscusso rispetto a tutte le altre Sedi episcopali secondo il principio Roma prima sedes a nemine iudicatur. Il secondo, relativo al rapporto fra la Sede romana e il suo pontefice e le istituzioni politiche dell’orbe cristiano, comportava che queste si considerassero tributarie del papa di ogni loro potere e dunque in tutto e per tutto a quello assoggettate. Il compimento della riforma fu opera di teologi, giuristi, filosofi che in alcuni casi formularono nuove teorie a legittimazione della funzione e del ruolo in cui la Chiesa del secondo millennio veniva così proiettata; in altri utilizzarono costruzioni più risalenti reinterpretandole e attribuendo loro un inedito significato. Il presupposto della dottrina, volta a teorizzare la separazione della giurisdizione spirituale da quella temporale, simboleggiate dalle «due spade della cristianità» offerte a Cristo dai discepoli nell’imminenza della Passione, è generalmente individuato nella divisione dei poteri enunciata da papa Gelasio I († 496) alla fine del V secolo, ed è preceduto a sua volta dalla riflessione di Cipriano e di Leone Magno. Il passo decisivo per lo sviluppo in senso teocratico della dottrina delle “due spade” si compie, però, nei primi anni del XII secolo con l’intervento di Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) il quale fornisce il razionale teologico delle successive interpretazioni fino al Concilio Vaticano I. Ad ispirare in maniera quasi esclusiva la redazione della bolla papale di Bonifacio VIII, Unam Sanctam Ecclesiam (1302), pare infatti essere la costruzione di Bernardo di Chiaravalle e l’interpretazione che di quella costruzione darà Egidio Romano. La bolla costituisce l'ultimo episodio del conflitto tra potere spirituale e potere temporale, e riprende, riaffermandoli con energia, gli ideali teocratici espressi in precedenza soprattutto da papa Gregorio VII, nel 1075 con il Dictatus Papae, e da papa Innocenzo III nel corso del suo pontificato (1198-1216).

 

Metodo:
L’uso del metodo storico-critico – che prevede l’accesso alle fonti per una lettura contestuale e accurata dell’evoluzione della teoria nel confronto con le figure storiche, gli interventi autorevoli e la riflessione condotta in sede giuridico-canonica e teologica – costituisce il quadro formale del corso. Dall’analisi consegue l’esercizio critico del vaglio di visioni ecclesiologiche e prassi politiche correnti teso ad affrancare la riflessione ecclesiologica dalla contiguità seppure remota con presupposti genetici della teoria non del tutto rimossi.


Avvertenze:
Bibliografia:

A. ANTON, El misterio de la Iglesia: evolucion historica de las ideas eclesiologicas, 2 voll., Madrid 1986-1987; Y.M. CONGAR, L’église de saint Augustin à l’époque moderne, Paris 2009; M. ASCHERI, Istituzioni medievali, Bologna 1999; S. VACCA, Prima sedes a nemine iudicatur: genesi e sviluppo storico dell’assunto fino al Decreto di Graziano, Roma 1993; G. PILATI, Chiesa e Stato nei primi quindici secoli, Città di Castello 1961; A. DI BELLO, Rapporti tra potere religioso e potere secolare nell’operato e negli scritti di Bernardo di Clairvaux negli anni dal 1128 al 1138, in «Rivista cistercense» 11 (1994) pp. 89-136; P. ZERBI, Riflessioni sul simbolo delle due spade in San Bernardo, in AA.VV., Ecclesia in hoc mundo posita: studi di storia e di storiografia medioevale, Milano 1993, pp. 387-410; P. ZERBI, Introduzione al De Consideratione di san Bernardo, in F. Gastadelli (a cura), Opere di san Bernardo, Milano 1984, pp. 725-747; E. CONTE, La bolla Unam Sanctam e i Fondamenti del potere papale fra diritto e teologia, in «Melange de l’École française de Rome» 113 (2001), pp. 663-684; G. MINUCCI, La Unam Sanctam fra ecclesiologia e diritto, in G. Minucci (a cura), I poteri universali e la fondazione dello Studium Urbis, Roma 2007, pp. 89-106.