4. La virtù del nome. Invocare Dio per riconoscere l’umano

La lotta di Giacobbe con l’Angelo, sul greto del torrente Iabbok, simboleggia il controverso dialogo tra Dio e l’essere umano: un confronto che – subendo i contraccolpi dell’asimmetria – si svolge in forma di diverbio. Ma, proprio prendendo le mosse da questo diverbio con Dio, Giacobbe si muoverà per andare a sperimentare l’incontro con Esaù, ritrovato finalmente come fratello e non più temuto come nemico. La ricerca interreligiosa di cui si dà conto in questo libro punta a rintracciare quel percorso. In ogni nominazione divina riecheggia la verità che riguarda coloro che invocano Dio. I nomi divini, o le nominazioni religiose del divino, esprimono variamente l’immagine di Dio che si può contemplare nell’orizzonte delle grandi tradizioni religiose. Ma in ogni immagine di Dio riverberano anche i connotati di un ben preciso volto umano, i contorni di una qualche dimensione dell’umano: la compassione e la convivenza ma anche la violenza e la guerra, la giustizia e la santità e perciò pure la responsabilità e l’autonomia, in definitiva la consapevolezza filiale mai scompagnata dall’esperienza della fraternità.

Contributi di: Giuseppe Bellia / Francesco Brancato / Gianni Colzani / Carmine Di Sante / Marcello Di Tora / Massimo Naro / Edoardo Scognamiglio.

In copertina: Jacob Wrestling the Angel, olio su tavola (2012) di Edward Knippers: www.edwardknippers.comecknippers@aol.com