Se Dio non vale un quadro: dai “Funerali” di Courbet alla “Banana” di Cattelan
Teologia Pastorale
Anno di corso: 1
Crediti: 3
Docenti
Il corso propone una distinzione tra arte sacra e “sacro” nell’arte (arte religiosa) per creare alcuni presupposti di dialogo tra la Chiesa e gli artisti di oggi. La via dell’antropologia religiosa sembra infatti la migliore per trovare un terreno comune. Nello stesso tempo si approfondisce la conoscenza dei linguaggi dell’arte contemporanea nel contesto del sistema attuale fatto di gallerie, aste, fiere, musei e agguerriti collezionisti.
Contenuti:
L’obiettivo del corso è quello di mostrare le radici della crisi dell’arte sacra cristiana e raccontare il divorzio con gli artisti consumato definitivamente nell’Ottocento; offrire, quindi, attraverso alcune categorie antropologiche elaborate da Rudolf Otto, Mircea Eliade e René Girard, alcuni esempi di persistenza del Sacro nell’arte del Novecento; far conoscere il “sistema dell’arte contemporanea” con il suo business stratosferico e con le nuove sfide dell’Intelligenza Artificiale; interrogarsi infine, con i partecipanti al corso, su quale posto possa avere oggi la Chiesa, dentro o fuori da questo “sistema”, dopo l’offerta di amicizia rinnovata fatta agli artisti da Paolo VI durante il Concilio Vaticano II.
Metodo:
La visione di molte immagini della storia dell’arte presentate nel loro contesto storico-culturale, spiegate nell’iconografia e nel significato iconologico. Possibile la visita ad una mostra o ad un museo di arte contemporanea. L’esame di verifica finale sarà orale.
Bibliografia:
I testi di riferimento verranno indicati durante il corso.